Questa storia l'ho scritta un anno e due giorni fa, tra l'1:40 e le 4:50 del mattino.
Era ispitara da una canzone, che volevo postare insieme alla storia, ma che al momento non riesco a ricordare.
Buona lettura!
Ho ritrovato la canzone! Si tratta di
"The Mystic's Dream" di Loreena McKennitt. Il video in link non è lo stesso che avevo visto io perché, purtroppo, è stato rimosso.
Story of an Angel
C'era una volta un giovane angelo dalle candide ali piumate.
Tre regole fondamentali gli erano state date:
la Prima era ''Rispettare gli Angeli di Alto Rango'';
la Seconda ''Non interferire con la vita degli esseri umani, se non in casi di estrema necessità'';
la Terza, e più importante tra tutte, ''Solo agli Angeli Custodi è permesso rimanere sulla Terra''.
Una sera, disobbedendo alle regole, scese sulla Terra.
Per non farsi notare da occhi indiscreti, volava alto nel cielo notturno e stellato.
Ad un tratto scese velocemente a terra sul ciglio di un scogliera a picco sul mare.
Si ricordò di quando era ancora un umano.
Ora quella spaventosa scogliera non gli faceva più così tanta paura.
Il peso di quella sensazione di tristezza, mista a nostalgia, che gli dava quel luogo, però, lo costrinse ad appoggiarsi ad una pianta poco distante dal limite estremo di quel fazzoletto di terra.
“Proprio nel giorno in cui tutto mi sembrava così bello in questo mondo... Proprio in quel giorno l'ho lasciato per sempre...”
Una sottile riga argentea gli segnava la guancia, mentre la Luna piena sorgeva sul calmo mare di quella sera di Primavera.
Rossa.
Rossa come l'ultimo colore che i suoi occhi umani avevano visto.
Mentre la sorella della madre Terra si alzava nel cielo tra le nuvole di stelle, la luce iniziò a definire i contorni di quella figura angelica: il viso di un ragazzo che non doveva avere più di ventitré anni, il corpo slanciato nel pieno vigore della giovinezza e quelle ali bianchissime, che contraddistinguevano la sua razza.
“Ma perché sono tornato qui? Il mio cuore non ha già sofferto abbastanza?!” si domandava a gran voce nei suoi pensieri.
Non riusciva a trattenere le lacrime, che gli sgorgavano dagli occhi come un fiume in piena.
Da dietro ad un cespuglio poco lontano, una ragazza sbucò alle spalle dell'angelo, apparentemente senza rendersi conto che lui fosse lì, e si avvicinò al ciglio dello strapiombo.
L'angelo si voltò stupito verso di lei. Possibile che non l'avesse visto? Poi si accorse che aveva lo sguardo fisso verso il vuoto.
Che avesse avuto l'intenzione di saltare?
Non c'erano umani che la potessero fermare e lui non poteva permettere che accadesse.
“Vuoi farlo davvero?” le chiese avvicinandosi lentamente. “Voi umani avete tante risorse. Non dovresti cercare un'altra soluzione invece di fuggire?”
“... E voi angeli non dovreste essere tutti felici e contenti?” sentenziò la ragazza con voce fredda e distaccata quando l'angelo ormai era arrivato a due passi da lei.
“Io ho un motivo per essere triste...”
“... E io ho un motivo per volermi ammazzare...”
“Senti, così non mi aiuti sai? Non vale la pena di buttare la tua vita in questo modo...”
“Cosa ne puoi sapere tu? Non mi conosci! Come puoi sapere cosa è meglio per me?!”
“Infatti non lo so...” disse serio “... Ma se qualcuno ti ha dato qualcosa di così prezioso come la Vita... Tu vorresti liberartene con tanta fretta?”
“Non me ne importa più niente ormai! Tutto il mondo che conoscevo... Come lo conoscevo, mi è crollato addosso come un castello di carte! Non ce la faccio più a continuare tra gli insulti di chi credevo mio amico e l'abbandono di chi amavo più di ogni altra cosa al mondo!”
“Se un castello di carte cade, l'unica cosa che si può fare è mettersi d'impegno per ricostruirlo... Non credi?”
“No! Non puoi capire il dolore che sento e la pena che provo!”
“... E allora secondo te perché credi che me ne stavo qui, da solo, a piangermi addosso? Prima di diventare ciò che sono vivevo in questa città. Quando le cose non andavano, questo era il solo posto dove mi sentivo libero finché un giorno non si è sistemato tutto. Ero il ragazzo più felice del mondo e poi sai che è successo?”
“... No...” rispose mestamente la ragazza, distogliendo lo sguardo dai profondi occhi dell'angelo.
“Un'incidente d'auto mi ha portato via da questa terra!”
La giovane rimase impietrita a quelle parole e si voltò di nuovo verso quel viso angelico che ora le sembrava così umano.
“Per questo ti dico che quello che hai è il dono più prezioso che ci possa essere! Non puoi sprecarlo così! Le cose si sistemeranno... La vita è fatta di alti e bassi. Io che non la ho più posso dirti che ci sono delle volte in cui desidero essere ancora vivo più di ogni altra cosa...”
Dai suoi occhi tristi tornarono a scendere tante nuove e calde lacrime, davanti alle pupille incredule della ragazza.
Allora lei, spinta dal suo cuore e commossa dalle parole di quell'angelo, gli si avvicinò e gli donò un bacio sulla pelle vellutata della guancia, prima che i due si scambiassero un lungo abbraccio nel quale sentirono la loro tristezza sparire poco a poco, mentre i raggi della Luna riempivano il paesaggio di splendidi riflessi argentati.
“I... io devo andare adesso...” disse lui, sciogliendosi dalle braccia di lei un po' imbarazzato, quando il fragore di un'onda che si era infranta sugli scogli lo riportò alla realtà “... Però promettimi che non ti butterai più, ok?”
“... Ok...” rispose la giovane indietreggiando di qualche passo.
In pochi istanti, con una folata di vento, il magico essere sparì dalla sua vista.
“Sono stato via troppo a lungo...” si rimproverava volando il più velocemente possibile “... Questa volta non la passerò liscia...” pensò al ricordo delle volte in cui aveva trasgredito alla prima regola rispondendo in malo modo agli Angeli Anziani, suoi superiori.
Ritornato nel Regno dei Cieli trovò ad attenderlo gli Angeli di Alto Rango che avevano il compito di sorvegliare gli angeli più giovani.
“Dove sei stato?” esordì uno di loro dai capelli più lunghi degli altri.
Sapeva di non poter mentire agli Angeli Superiori e sperando di evitare ulteriori guai, prese un respiro profondo, si fece coraggio e disse loro la verità.
“Ho trasgredito alle regole e sono tornato sulla Terra...”
“Ti rendi conto di ciò che hai fatto?!” disse uno dal naso tozzo arruffando le penne delle ali.
“Quella che hai infranto è una regola della massima importanza...” disse una con occhi severi “... e può costarti molto caro...”
“Dovremmo toglierti le ali per questo!” aggiunse il più basso del gruppo.
“C che cosa?!” esclamò a mezza voce il giovane angelo spiazzato da quella grave sentenza.
“Tuttavia...” intervenne una di loro dai capelli ricci e raccolti a forma di rosa “... Hai evitato che quella ragazza si togliesse la vita... Se non avessi infranto le regole ora lei sarebbe morta.”
“Per questo motivo, in via eccezionale, abbiamo deciso di modificare la punizione che ti spetta...” continuò l'angelo dai capelli lunghi.
Qualche mattina dopo, mentre camminava, la ragazza ripensò a quello che era accaduto nella notte del plenilunio... Che fosse stato un sogno? No... Lei quella sera c'era andata davvero sulla scogliera. Allora anche il resto era vero? Oppure quell'angelo era il frutto di un'allucinazione?
Mentre era immersa nei suoi pensieri sentì una voce alle sue spalle.
“Ehi! Non dovresti guardare dove vai?”
“... E tu non dovresti farti gli affari tuoi?” rispose voltandosi un momento verso il suo interlocutore, accorgendosi che si trattava di un ragazzo più grande di lei di due o tre anni.
Strano... Faceva la sua stessa strada verso l'università...
“Sono appena tornato da un viaggio in un posto molto, molto lontano...” disse guardandola con i suoi grandi occhi.
“... Dovrebbe importarmene qualcosa?” disse cercando di liquidare quel tipo bizzarro.
“Se vuoi provare a ricostruire il tuo castello di carte forse non dovresti essere così scontrosa...”
A quelle parole la ragazza si bloccò, facendosi raggiungere dal ragazzo.
“... Puoi ripetere per favore?” chiese quando fu sicura di essere sentita “N non ho capito bene quello che hai detto... Credo...”
“No, no...” si affrettò a rispondere il giovane “... Hai capito benissimo...”
“Quella frase... Tu... Come fai a conoscerla?”
“... Perché? L'hai sentita da qualche parte?” chiese con l'aria di sapere già la risposta.
“Me... Me l'ha già detta...” balbettò in imbarazzo per paura di non essere creduta.
“... Non è che per caso te l'ha detta un angelo?” le domandò a bruciapelo non lasciandola finire.
“Ma come fai a saperlo?” chiese perplessa mentre vedeva delinearsi sul viso del ragazzo un leggero e dolce sorriso.
“... Gli Angeli Custodi certe cose le sanno...” le sussurrò delicatamente ad un orecchio “... E come Angelo Custode ti prometto che ti proteggerò per sempre...”
Terminate quelle ultime e dolci parole, in quel momento magico, i due unirono le labbra in un lungo bacio, carico di quello strano sentimento chiamato Amore.
FINE
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Spero che questo racconto vi sia piacuito, in ogni caso tutti i tipi di commenti sono graditi
Edited by ~ Nightmare ~ - 21/7/2010, 15:21